Alba, 13 novembre
Jared Diamond, considerato uno dei 100 intellettuali più influenti del mondo, biologo e antropologo, professore all’Università della California a Los Angeles e premio Pulitzer per il saggio “Armi, acciaio e malattie” (Einaudi), è intervenuto via Internet alla giornata conclusiva del quinto convegno internazionale della Fondazione Ferrero sul tema dell’invecchiamento di successo.
“Il decennio tra i 70 e gli 80 anni – ha detto Diamond, che è nato nel 1937 – è stato il migliore della mia vita. Il più consapevole e ricco di frutti. Ora continuo a stare bene e a lavorare, ma è cambiata la mia prospettiva: incomincio a contare gli anni che presumibilmente mi aspettano e ho spostato l’attenzione dal mio futuro a quello dei miei figli e nipoti. Questo atteggiamento mi permette di mantenere una visione positiva della vita come sviluppo anziché come declino”.
“Il Covid non è stato il primo problema su scala mondiale della storia – ha aggiunto – e non mancheranno altre pandemie. Considero invece un problema globale veramente nuovo e decisivo per l’umanità il cambiamento climatico, che si accompagna all’esaurimento delle risorse (acqua dolce, foreste, suolo fertile, energia) e alla crescita delle disuguaglianze tra i popoli, con conseguenti conflitti, migrazione, atti di terrorismo.”
Le relazioni più propriamente mediche del convegno, tutte molto specialistiche, non si prestano a un riassunto ma va segnalata la giornata dedicata all’”inflammaging”, neologismo anglo-americano che unisce le parole infiammazione e invecchiamento. Sono intervenuti tutti i maggiori studiosi del problema statunitensi ed europei. Molte ricerche stanno chiarendo i meccanismi infiammatori promossi dalle citochine. Gli studi di frontiera sono per adesso su modelli animali e sono promettenti. Ci vorranno però anni per trasferire nella clinica i risultati di laboratorio. Di grande interesse le relazioni del farmacologo Rino Rappuoli sui vaccini di nuova generazione a RNA e di Alberto Mantovani (Università di Milano e direttore scientifico dell’Istituto Humanitas) sul ruolo determinante del sistema immunitario innato nella prima risposta al Covid.