L’8 settembre si è celebrata la Giornata Internazionale dell’alfabetizzazione, istituita dall’Unesco nel 1967 per ricordare quanto un livello di competenze alfabetiche adeguato sia essenziale per l’effettiva tutela dei diritti umani. Migliorare le competenze alfabetiche è cruciale fin dai primi livelli di istruzione. Una delle ultime rilevazioni internazionali ha mostrato una situazione più favorevole del nostro paese rispetto ad altri dell’Unione Europea.
Dal 2001, ogni 5 anni, viene condotta un’indagine che ha come obiettivo monitorare nel tempo i livelli di apprendimento nei paesi partecipanti. È promossa da Iea, consorzio internazionale che associa istituti di ricerca, agenzie governative e studiosi attivi sui temi dell’istruzione, e in particolare quelli alfabetici, con i test Pirls (Progress in international reading literacy study). Questa indagine serve a verificare la capacità degli studenti al quarto anno di scuola – da noi la quarta primaria, quindi bambini di 9-10 anni – di saper leggere e comprendere un testo scritto. La scelta dell’età non è casuale. Si tratta di alunni che – in base al programma di studi – dovrebbero essere in grado di utilizzare la lettura come strumento per apprendere. È tipicamente in questa fase, infatti, che gli studenti passano dall’«imparare a leggere» al «leggere per imparare».
A maggio di quest’anno sono stati rilasciati dall’Invalsi i risultati dell’edizione 2021 del test. Nonostante il ritardo nella pubblicazione, si tratta dell’unica indagine internazionale di questo tipo fatta durante l’emergenza Covid. Perciò offre una chiave interpretativa utile per comprendere la condizione educativa degli studenti nella pandemia.
Gli alunni di quarta primaria che hanno partecipato ai test Iea-Pirls 2021 In Italia sono 7419. Il punteggio medio italiano (537 punti) è risultato superiore a quello di altri tra i maggiori paesi dell’Ue, come Francia e Germania.
La rilevazione ha fatto emergere anche diverse criticità. Il punteggio di 537 conseguito in media dall’Italia consente al nostro paese di posizionarsi al di sopra di altri maggiori paesi Ue, come Francia e Germania, nel 2021.
Ma la tendenza alimentata dalla pandemia, nel nostro e in altri paesi, indica un peggioramento delle competenze alfabetiche tra i bambini delle elementari.
Tra 2016 e 2021 l’Italia ha conseguito un risultato medio di 11 punti inferiore: da 548 a 537. Tra i maggiori paesi europei anche la Germania mostra un netto peggioramento (-13 punti), mentre per la Francia la variazione non è statisticamente significativa.
Per l’Italia il calo nelle competenze alfabetiche ha anche una matrice territoriale. Sono soprattutto gli studenti dell’Italia settentrionale ad aver visto un peggioramento tra prima e dopo la pandemia. Nelle scuole del nord-ovest e del nord-est il punteggio medio è calato rispettivamente di -11 e -15 punti tra 2016 e 2021. Nello stesso tempo, mentre i punteggi dell’Italia centro-settentrionale tengono comunque il passo con gli standard internazionali, quelli del mezzogiorno rimangono molto indietro. Nelle rilevazioni Iea-Pirls 2021, superano i 540 punti le aree del nord-ovest (punteggio medio 550), nord-est (542) e centro (543). Molto lontani sud (527) – la ripartizione territoriale che nella classificazione Invalsi comprende Abruzzo, Campania, Molise e Puglia – e sud e isole (513). Quest’ultima include Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia.
FONTE: Invalsi, elaborazione Openpolis, sintesi ICSEM.